Crowdfunding, la nuova frontiera.

*Questo articolo l’ho scritto per il giornalino del mio Liceo, quindi vi saranno riferimenti

 

Nel 2009, un giovane americano di nome Perry Chen, fonda il sito “Kickstarter”, e crea così un metodo originale ed efficace di finanziamento. Basti pensare che il ragazzo è ora tra le 100 persone più influenti del mondo secondo il “Time”, e che artisti dell’ambito videoludico, come il genio Tim Schafer, e altri produttori indipendenti, abbiano scelto il sito per creare progetti interessanti, mostrando al pubblico idee innovative. Ad oggi il sito ha ispirato altre persone a fondare siti di questo genere, come IndieGoGo. Tra i progetti, però, non vi sono solo videogiochi. Libri, dipinti, collezioni, fumetti, sculture ed addirittura film, vengono presentati ogni giorno sulla homepage di Kickstarter. Più di 44.000 progetti sono stati finanziati dalla fondazione del sito, con oltre 676 milioni di dollari donati. Ma come funziona, precisamente, il crowdfunding? Molto semplicemente, possiamo suddividere la creazione in tre fasi: proposta, donazione e rilascio. Nella prima fase, il creativo propone un progetto, dando un titolo, una somma minima richiesta ed una descrizione. All’interno della proposta, alcuni  implementano vantaggi a progetto finito per i donatori. Nella seconda fase, gli utenti donano, appunto una somma di denaro a scelta, con una somma minima di un dollaro. Infine, quando il progetto raggiunge compimento, viene rilasciato al pubblico, attraverso Kickstarter o un sito indipendente. Si viene a creare quindi un rapporto di fiducia tra il produttore e l’acquirente, senza inganni e senza intoppi burocratici. Il crowdfunding, quindi, mettendola banalmente, è il prodotto finanziato dalla gente, per la gente. Il crowdfunding dà ogni giorno la possibilità a milioni di creativi di esprimersi, dà ogni giorno un’alternativa alle grandi corporazioni che invece di sostenere la creatività, la soffocano. Sorprende un dato, però. Tra tutti i 44.000 e passa progetti, soltanto 53 in tutto sono di provenienza italiana. Non va meglio su IndieGoGo, ove i progetti sono solo 30. Sembra quasi incredibile, contando che l’Italia è uno dei paesi che ha dato i natali all’arte e alla cultura, come impariamo ogni giorno qui al Minghetti. Si apre dunque un interrogativo: perché? Abbiamo forse paura del nuovo? Non c’è abbastanza pubblicità del metodo in questa nazione? Abbiamo finito la creatività? In un modo o in un altro, è necessario che ogni persona con un progetto debba essere a conoscenza di tutti i metodi possibili per realizzare il proprio sogno. Soltanto quando toglieremo il guinzaglio della monotonia alla nostra mente, potremo assistere ad una nuova fioritura dell’arte di ogni tipo, forse anche ad un nuovo Rinascimento.

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