Il rosso che (non) spaventa New York.

Succede tutto così. Come una sferzata improvvisa di vento nell’estate più calda. Una sferzata fresca, che viene da lontano. Così, un nuovo sindaco viene eletto nella Grande Mela. Così, un volto nuovo si staglia in mezzo a colossi di oppositori politici come Rudy Giuliani e Michael Bloomberg, e porta New York City in una nuova fase, una fase progressista. Lui, dall’inizio reputato sfavorito, lui, che ha raccolto consensi grazie ai fatti e non alle parole, lui, che ha combattuto tutta la sua vita contro ciò che riteneva sbagliato, lui ha vinto. Bill De Blasio, una figura di certo inconsueta, un marxista, italo-americano, maritato ad una ex-lesbica afro-americana, non ha paura. Non ha paura di usare certe parole, come “Progresso”. Non ha paura di sventolare bandiere rosse. Non ha paura ad ammettere il suo passato da comunista. Non ha paura a rinnegare le sue origini. Un uomo di sinistra. Un uomo che crede nei valori della sinistra, una sinistra che, pensate un po’, proprio nella sua Italia, si sta perdendo, tra IMU, Cancellieri, Spese Pazze e presunti “inciuci”. E lui no. Lui resta chi è sempre stato. Resta l’uomo che ha sempre dimostrato di essere, vicino alla gente, come nel suo operato da Public Advocate e nel consiglio cittadino. Lui è, e resta, un progressista.