Qui Radio Gallifrey. Le mie opinioni sul cinquantesimo anniversario di Doctor Who.

Arriva puntuale, come un orologio svizzero, al contrario del suo personaggio, sempre in ritardo di giorni, mesi, e talvolta anni. Ma entrambi hanno una cosa in comune: arrivano. E così mi sono ritrovato a costringere un’intera famiglia a sintonizzarsi su Rai 4 per assistere all’evento dell’anno. Il cinquantesimo anniversario è finalmente giunto tra noi. Con tutto il suo carico di aspettative, un minimo errore avrebbe potuto causare un terremoto non da poco, ma così non è stato. Who vive, vive in mezzo a noi, e ha nuova verve nata dalla penna di Steven Moffat, da cui mi aspetto grandi cose. Non un collegamento fuori posto, non una riga di troppo, non un’inquadratura superflua. No, aspettate. Un problema c’è. L’intero plot dell’invasione aliena sulla Terra. Ok, è vero, serviva qualcosa che tenesse tutto assieme e permettesse lo svolgimento degli eventi, devo ammettere che il passaggio (SPOILER) da Gallifrey a pezzi a grandi calamari multiforma era un po’…. meh. Dettagli nella fine, perchè anche questi crostacei riescono ad avere un ruolo decisivo nella grande trama del cinquantesimo. Tutto funziona, tutto torna. E mentre io rido come un pazzo di fronte agli avvenimenti ed a tutti i riferimenti al passato, e a barcollare di fronte al ritorno di un ospite inaspettato, le persone attorno a me cominciano a capire niente. Ma non mi importa. Questo è il giorno del Dottore, e niente me lo rovinerà.